RECENSIONE: "Il quaderno dell'amore perduto" di Valérie Perrin
TRAMA:
La vita di Justine è un libro le cui pagine sono l'una uguale all'altra. Segnata dalla morte dei genitori, ha scelto di vivere a Milly - un paesino di cinquecento anime nel cuore della Francia - e di rifugiarsi in un lavoro sicuro come assistente in una casa di riposo.
Ed è proprio lì, alle Ortensie, che Justine conosce Hélène.
Arrivata al capitolo conclusivo di un'esistenza affrontata con passione e coraggio, Hélène racconta a Justine la storia del suo grande amore, un amore spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza.
Per Justine, salvare quei ricordi - quell'amore - dalle nebbie del tempo diventa quasi una missione. Così compra un quaderno azzurro in cui riporta ogni parola di Hélène e, mentre le pagine si riempiono del passato, Justine inizia a guardare al presente con occhi diversi.
Forse il tempo di ascoltare i racconti degli altri è finito, ed è ora di sperimentare l'amore sulla propria pelle. Ma troverà il coraggio d'impugnare la penna per scrivere il proprio destino?
Ed è proprio lì, alle Ortensie, che Justine conosce Hélène.
Arrivata al capitolo conclusivo di un'esistenza affrontata con passione e coraggio, Hélène racconta a Justine la storia del suo grande amore, un amore spezzato dalla furia della guerra e nutrito dalla forza della speranza.
Per Justine, salvare quei ricordi - quell'amore - dalle nebbie del tempo diventa quasi una missione. Così compra un quaderno azzurro in cui riporta ogni parola di Hélène e, mentre le pagine si riempiono del passato, Justine inizia a guardare al presente con occhi diversi.
Forse il tempo di ascoltare i racconti degli altri è finito, ed è ora di sperimentare l'amore sulla propria pelle. Ma troverà il coraggio d'impugnare la penna per scrivere il proprio destino?
LA MIA OPINIONE:
Nonostante la trama accattivante, Il quaderno dell'amore perduto non è uno di quei romanzi che si contraddistingue per indurre nel lettore immediata curiosità sin dalla mera quarta di copertina. Tuttavia i precedenti successi dell'autrice costituiscono una premessa più che lodevole nel panorama editoriale: è veramente difficile resistere alla tentazione di lasciarsi coinvolgere in un'altra opera di Valérie Perrin.
La trama di questo libro ruota attorno a due figure: Justine, tranquilla ragazza che lavora in una casa di riposo, e Hélène, anziana signora che vive nella suddetta struttura. Le loro storie si dipanano seguendo due piani narrativi paralleli, alternando capitoli ambientati nel passato e nel presente, presentando personaggi e situazioni che, pur rientrando perfettamente nella loro epoca, riescono a definire quadri di vita curiosi e non del tutto usuali.
Si trova infatti una precisa descrizione della quotidianità di persone ordinarie, senza cadere però nell'ovvietà e in racconti già sentiti e trattati in letteratura. Si ha una visuale inedita, una percezione nuova che permette di apprezzare i meccanismi che mobilitano la vita di piccoli paesi e modeste realtà.
Negli ultimi anni l'espediente di alternare presente e passato è stato utilizzato numerose volte, ma in questo romanzo la Pérrin riesce ad impiegarlo con maestria senza farlo risultare un espediente narrativo comune. L'autrice non crea infatti i due filoni con l'obiettivo di far convergere le due trame in un unico sviluppo che accomuna personaggi e situazioni (come accade ad esempio con il ritrovamento di un parente comune), ma la storia di Hélène viene proposta al lettore e alla stessa Justine come percorso formativo e viaggio alla di scoperta di sé.
Si trova infatti una precisa descrizione della quotidianità di persone ordinarie, senza cadere però nell'ovvietà e in racconti già sentiti e trattati in letteratura. Si ha una visuale inedita, una percezione nuova che permette di apprezzare i meccanismi che mobilitano la vita di piccoli paesi e modeste realtà.
Negli ultimi anni l'espediente di alternare presente e passato è stato utilizzato numerose volte, ma in questo romanzo la Pérrin riesce ad impiegarlo con maestria senza farlo risultare un espediente narrativo comune. L'autrice non crea infatti i due filoni con l'obiettivo di far convergere le due trame in un unico sviluppo che accomuna personaggi e situazioni (come accade ad esempio con il ritrovamento di un parente comune), ma la storia di Hélène viene proposta al lettore e alla stessa Justine come percorso formativo e viaggio alla di scoperta di sé.
Sentimenti, amore, passioni e accettazione: le parole dell'anziana aprono porte a riflessioni ed esperienze, considerazioni su pregiudizi e sullo scorrere del tempo.
Una lettura profonda e toccante, sicuramente degna dei numerosi premi ricevuti in madrepatria!
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Avete letto questo romanzo o altri libri di Valérie Perrin? Fatemi sapere!
Avete letto questo romanzo o altri libri di Valérie Perrin? Fatemi sapere!
A presto,
Silvia
Silvia
Ciao Silvia, della Perrin ho letto il celeberrimo "Cambiare l'acqua ai fiori" e mi è piaciuto molto, con calma penso che recupererò anche gli altri due romanzi che mi incuriosiscono altrettanto :-)
RispondiEliminaCambiare l'acqua ai fiori è invece l'unico che a me manca dell'autrice, ma se è all'altezza degli altri due vado sul sicuro! 🥰
EliminaCiao, Silvia! Hai davvero un bellissimo blog❤️. Ho sentito nominare spesso questo libro e la sua autrice però ammetto di non essere mai stata molto attratta dai suoi romanzi, probabilmente anche perché molto chiacchierati. Questo però sembra molto bello, per certi versi mi ricorda "Pomodori Verdi Fritti Alla Fermata Del Treno" (di cui ammetto però di aver visto solo il film) ❤️
RispondiEliminaGrazie Enrica, sono davvero contenta che il mio blog ti piaccia 💛
EliminaNeanche io ho mai letto Pomodori Verdi Fritti, ma ne ho sentito parlare benissimo! Se poi è effettivamente simile ai romanzi della Perrin non posso che sperare di riuscire a recuperarlo presto ✨