RECENSIONE: "La figlia del re degli elfi" di Lord Dunsany
TRAMA:
"Vengano, signore e signori che in qualche modo sono stanchi di Londra, vengano con me anche coloro che sono arcistufi del mondo che conosciamo: perché abbiamo nuovi mondi, qui."
Così l'autore adesca il lettore, e così vi adeschiamo noi nel porgervi questo nuovo Drago dedicato a Edward John Moreton Drax Plunkett XVIII Barone Dunsany, più concisamente noto come Lord Dunsany.
Cure amorevoli provvedute da Massimo Scorsone (che ha scelto una favolosa introduzione di W. B. Yates). Le vertiginose illustrazioni sono di Sidney Herbert Sime.
Due romanzi (La Figlia del Re degli Elfi e La maledizione del veggente) e due raccolte di racconti (Il Libro delle Meraviglie e Demoni, uomini e dèi), arricchiti da eleganti illustrazioni: questo volume permette di riscoprire un autore fantastico poco noto ma di grande suggestione, che lo stesso Lovecraft descrisse come «insuperabile nella magia di una prosa cristallina e musicale e nella creazione di mondi sgargianti e fantastici di iridescenti visioni esotiche».
Così l'autore adesca il lettore, e così vi adeschiamo noi nel porgervi questo nuovo Drago dedicato a Edward John Moreton Drax Plunkett XVIII Barone Dunsany, più concisamente noto come Lord Dunsany.
Cure amorevoli provvedute da Massimo Scorsone (che ha scelto una favolosa introduzione di W. B. Yates). Le vertiginose illustrazioni sono di Sidney Herbert Sime.
Due romanzi (La Figlia del Re degli Elfi e La maledizione del veggente) e due raccolte di racconti (Il Libro delle Meraviglie e Demoni, uomini e dèi), arricchiti da eleganti illustrazioni: questo volume permette di riscoprire un autore fantastico poco noto ma di grande suggestione, che lo stesso Lovecraft descrisse come «insuperabile nella magia di una prosa cristallina e musicale e nella creazione di mondi sgargianti e fantastici di iridescenti visioni esotiche».
LA MIA OPINIONE:
La figlia del re degli elfi è uno dei due romanzi contenuti - insieme a due racconti - in questo meraviglioso volume Oscar Draghi dedicato a Lord Dunsany.
Per definire il tema centrale di quest'opera, si può far riferimento al sottotitolo riportato in una precedente edizione: "Alla ricerca del confine invisibile che separa il magico dall'umano, l'incantato dal quotidiano".
Lo stesso autore sottolinea tale intenzione nella prefazione:
Per sviluppare questa sua teoria - che andrà poi a identificare le radici del moderno fantasy occidentale, da Tolkien a Gaiman - Dunsany propone una storia ambientata nell'immaginaria terra di Erl.
I suoi abitanti, rappresentati da un Parlamento, esprimono al sovrano il desiderio di essere governati da un mago, ed egli per accontentarli manda il figlio nel paese degli Elfi. Lì egli sposerà la principessa Lizarel, garantendo così una discendenza con sangue magico.
Sebbene tale episodio potesse costituire di per se' un grande nodo narrativo da sviluppare per tutta la lunghezza del romanzo, esso è in realtà soltanto il pretesto per introdurre l'ambientazione e alcuni dei personaggi principali.
La vera trama prende infatti avvio dopo un salto temporale di parecchi anni, quando i due amanti sono già tornati ad Erl. Dunsany prende qui in esame i loro comportamenti da "adulti", nonché le conseguenze che questi hanno su ciò che li circonda.
Sin dal principio il lettore si trova immerso in un universo dove magia e realtà si mescolano incessantemente, entrando in contrasto ma risultando allo stesso tempo in perfetta armonia.
Tale rapporto mistico risulta poco chiaro anche agli stessi personaggi del racconto, i quali, nel corso della narrazione, arriveranno piano piano a comprendere come tutte le aspettative che si erano fatti a proposito fossero errate.
Emblematico esempio di tale arcano trova esplicitazione nella figura di Lizarel che, allontanandosi dall'incantata terra natìa di Elfi, è costretta ad adattarsi ad usi e costumi totalmente differenti. In lei - così come più tardi nel figlio Orione - coesistono dunque suggestione magica e concretezza terrena.
Per quanto riguarda lo stile di scrittura ci si trova di fronte ad una prosa poetica in classico stile vittoriano. Ciò però non deve assolutamente trarre in inganno: la complessità che si potrebbe pensare appartenere a questo tipo di registro non risulta in alcun modo pesante, e incentiva piuttosto l'aspetto suggestivo del racconto.
La presunta osticità lascia infatti spazio a numerose similitudini ed una ricchezza di immagini, che donano alle descrizioni un'aurea eterea. I dialoghi sembrano far sbocciare parole, e contribuiscono ad attribuire all'intera opera un'aurea ancora più mistica, come se fosse sospesa nell'eternità.
Allo stesso tempo però la narrazione trova anche collocazioni concrete, accentuando il dialogo tra magia-realtà.
Queste sono realizzate tramite menzioni a fatti e personaggi storici realmente esistiti, come Tennyson e Papa Clemente, e rafforzano ulteriormente quanto espresso dall'autore nella prefazione - già riportato all'inizio della recensione.
Amore, amicizia, tempo e magia. Ecco gli elementi con i quali Dunsany tesse una delicata trama, capace di incantare il lettore dalla prima all'ultima pagina.
Nonostante la relativa brevità, La figlia del re degli elfi è un romanzo che va letto con calma, assaporato e apprezzato in ogni singola parola. Chiunque si affidi alle sue pagine riuscirà a ricavarne un'esperienza piacevole, trovando nelle origini del moderno fantasy occidentale un caldo rifugio tutto da esplorare.
Tale rapporto mistico risulta poco chiaro anche agli stessi personaggi del racconto, i quali, nel corso della narrazione, arriveranno piano piano a comprendere come tutte le aspettative che si erano fatti a proposito fossero errate.
Emblematico esempio di tale arcano trova esplicitazione nella figura di Lizarel che, allontanandosi dall'incantata terra natìa di Elfi, è costretta ad adattarsi ad usi e costumi totalmente differenti. In lei - così come più tardi nel figlio Orione - coesistono dunque suggestione magica e concretezza terrena.
Per quanto riguarda lo stile di scrittura ci si trova di fronte ad una prosa poetica in classico stile vittoriano. Ciò però non deve assolutamente trarre in inganno: la complessità che si potrebbe pensare appartenere a questo tipo di registro non risulta in alcun modo pesante, e incentiva piuttosto l'aspetto suggestivo del racconto.
La presunta osticità lascia infatti spazio a numerose similitudini ed una ricchezza di immagini, che donano alle descrizioni un'aurea eterea. I dialoghi sembrano far sbocciare parole, e contribuiscono ad attribuire all'intera opera un'aurea ancora più mistica, come se fosse sospesa nell'eternità.
Allo stesso tempo però la narrazione trova anche collocazioni concrete, accentuando il dialogo tra magia-realtà.
Queste sono realizzate tramite menzioni a fatti e personaggi storici realmente esistiti, come Tennyson e Papa Clemente, e rafforzano ulteriormente quanto espresso dall'autore nella prefazione - già riportato all'inizio della recensione.
Amore, amicizia, tempo e magia. Ecco gli elementi con i quali Dunsany tesse una delicata trama, capace di incantare il lettore dalla prima all'ultima pagina.
Nonostante la relativa brevità, La figlia del re degli elfi è un romanzo che va letto con calma, assaporato e apprezzato in ogni singola parola. Chiunque si affidi alle sue pagine riuscirà a ricavarne un'esperienza piacevole, trovando nelle origini del moderno fantasy occidentale un caldo rifugio tutto da esplorare.
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Cosa ne pensate? Vi incuriosiscono le opere di Dunsany?
Fatemi sapere!
Fatemi sapere!
Si ringrazia la casa editrice per la copia del libro!
A presto,
Silvia
Silvia
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Non avevo preso molto in considerazione questa uscita. Però nel tuo intervento mi hai molto incuriosita! :)
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