RECENSIONE: "Ballata dell’usignolo e del serpente" di Suzanne Collins


Titolo: Ballata dell'usignolo e del serpente
Autore: Suzanne Collins

Editore: Mondadori
Pagine: 480
Prezzo: € 22,00
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TRAMA:
L'ambizione lo nutre, la competizione lo guida, ma il potere ha un prezzo.

È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia.
Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria.

Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.


LA MIA OPINIONE:

Ormai sembra essere diventata una moda tra scrittori affermati di libri per ragazzi e/o young adult di tornare dopo anni nei mondi che li hanno resi celebri scrivendo romanzi prequel o su personaggi secondari. Il clamore per l'uscita di Ballata dell’usignolo e del serpente non è dunque tardato ad arrivare, sia da parte di fan emozionati di rivivere nuove avventure a Panem, sia per lettori scettici che stentavano a non riconoscere un meccanismo puramente commerciale dietro alla decisione della Collins.
In ogni caso, il fatidico momento della pubblicazione è finalmente arrivato, e per quanto l'indecisione si facesse sentire, ho colto al volo l'occasione offertami dalla Mondadori di leggere e recensire questo volume (per l'occasione ho riletto anche l'intera trilogia "originale"; qui potete leggere la mia opinione a proposito!).

Il romanzo è ambientato 64 anni prima delle vicende di Katniss, e ha come protagonista il giovane Coriolanus Snow, futuro presidente di Panem. Se ad un primo approccio la scelta di approfondire questo personaggio in particolare potesse risultare abbastanza insulsa, riflettendoci un po' mostra il potenziale di una storia interessante e intrigante. Avrebbe infatti permesso di conoscere i retroscena legati alla giovinezza del "cattivo di turno", comprendendo meglio la sua psicologia e il percorso che lo ha reso il personaggio conosciuto da tutti. Insomma, un po' lo stesso concetto dei film Maleficient con la bellissima Jolie usciti qualche anno fa.
Dove emerge il problema? Leggendo il libro della Collins non si ha l'impressione di avere a che fare con il presidente Snow conosciuto nei volumi precedenti. Infatti, sebbene si utilizzi il medesimo nome e lo si inserisca in un contesto sociale appropriato, il personaggio descritto potrebbe essere un giovane qualsiasi della capitale, uno dei tanti studenti dell'Accademia scelti come mentori per la decima edizione degli Hunger Games.
Anzi, a livello di costruzione e particolarità caratteriale ci sono alcuni compagni di Snow che risultano più intriganti e complessi, e che potrebbero dunque aver tranquillamente ricoperto il ruolo di protagonista al posto del caro Coriolanus.
Al contrario alla co-protagonista, il tributo del distretto 12 Lucy Hale, viene sin dal principio attribuito un carattere singolare e "sopra le righe", che agli occhi del lettore la definisce come un'outsider ribelle. Questo elemento però è talmente marcato da risultare quasi forzato, facendo perdere un po' la credibilità della sua intera figura.

Senza fare spoiler - bisogna però ammettere che questo aspetto dei protagonisti, che non emergono dunque come punto di forza del romanzo, si ribalta completamente negli ultimi capitoli. In questi infatti si vengono finalmente evidenziati i caratteri che permettono di delineare dei Personaggi con la P maiuscola, che in seguito a una maturazione sensata arrivano a compiere scelte seguendo coscienza e criterio.

Citazione

Nonostante ciò, Ballata dell’usignolo e del serpente non è un brutto romanzo. Sono infatti presenti più elementi che lo rendono un'interessante e accattivante lettura per gli amanti della trilogia originale.
Primo tra tutti è sicuramente la possibilità di vedere i Giochi dell'Arena dal punto di vista degli organizzatori, dalle fasi della preparazione sino alla loro esecuzione. Grazie ai film era già stato possibile avere un assaggio del lavoro degli strateghi, osservando la sala del comando con Seneca Crane e gli altri mentre dirigevano le varie operazioni all'interno degli Hunger Games. Nei libri però tutta l'avventura viene vissuta dal lettore attraverso gli occhi dei tributi, in quanto la Collins offre solamente la prospettiva interna all'Arena. Ciò era perfettamente coerente con lo scopo che ella si prefiggeva nei romanzi, tant'è che non veniva percepito come una "mancanza", però è interessante capire come questo grande evento comporti in realtà molti più sforzi ed emozioni anche da parte di coloro che tengono le fila di tutti i burattini del teatrino.

Altro aspetto che rende questo libro intrigante sono i numerosi riferimenti alla trilogia originale che sono disseminati durante tutta la narrazione. Questi non sempre vengono proposti in modo lampante e chiaro, ma sono piuttosto spunti che vengono lanciati in modo subdolo e che riescono a regalare un sorriso al lettore nel momento della loro individuazione. Un esempio è la presenza della pianta katniss, la menzione di nomi come Heavensbee e Crane, nonché il coinvolgimento della stilista Tigris.

Un'ultima segnalazione va senza dubbi al ruolo svolto nella narrazione dalla parte musicale. Essa si impone come parte importante, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo - non a caso il libro è intitolato proprio ballata. Nel testo sono infatti presenti numerose canzoni e sonate il cui contenuto si riflette fortemente sull'andamento della trama, influenzando le vicende e rappresentando quasi uno specchio della psicologia e delle scelte dei personaggi.
Come piccola gemma si viene inoltre a conoscenza della genesi della canzone The Hanging Tree (o L'albero degli impiccati), che così assume all'interno del mondo creato dalla Collins un ruolo ancora più determinante e d'impatto.

Insomma, Ballata dell’usignolo e del serpente non è un capolavoro, e non si posiziona neanche lontanamente al livello dei romanzi "originali" della trilogia. Si intuisce che probabilmente la sua stesura trae origini in strategie di marketing e promozione, ma nonostante ciò si presenta come una lettura interessante e intrigante. I personaggi e la trama in generale non sono eccelsi, ma danno comunque la possibilità di scoprire retroscena e curiosità su un mondo che ha segnato uno step importante nella letteratura per ragazzi del nuovo millennio.



Avete letto questo romanzo? Cosa ne pensate?
Fatemi sapere, sono veramente curiosa di sapere la vostra opinione!


A presto,

Silvia

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3 commenti:

  1. Ciao!
    Io non mi sono mai avvicinata ad Hunger games, il mio istinto mi ha sempre portato altrove e quindi non penso che la leggerò mai.
    Per quanto riguarda il tornare dopo anni ad aggiungere pezzi là dove la storia è già conclusa a me non garba tanto...una storia quando è finita, è finita e trovo inutile aggiungere dettagli in più, almeno per quanto mi riguarda.
    Bella recensione e scritta benissimo.
    Un abbraccio ;)

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    1. Grazie per i complimenti, sono contenta che ti piaccia la recensione! 🥰
      In alcuni casi tornare a rivisitare un mondo parecchi anni dopo può essere un'esperienza piacevole, ma ormai sta diventando un'abitudine troppo frequente per suscitare sempre la trepidazione originale!

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  2. Ciao, finalmente l’ho letto anche io, da brava ritardataria (qui la mia recensione) e devo dire che concordo in pieno con te!
    Belli i riferimenti, belli questi Hunger Games ‘grezzi’ e poco patinati, belli i personaggi a noi noti che spuntano fuori e bello che mi abbia fatto venire voglia di rileggere la serie.
    In generale però l’ho trovato un libro del tutto trascurabile, sicuramente un'operazione di marketing... Si, arricchisce, ma non è che serva a molto altro e soprattutto sul finale si perde un po’, a mio parere.
    In generale carino, ma non lo ricomprerei..
    Un abbraccio, Rainy

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