RECENSIONE: "La favola di Amore e Psiche" di Apuleio


Titolo: La favola di Amore e Psiche
Autore: Apuleio
Editore: Mondadori
Pagine: 128
Prezzo: € 10,00
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TRAMA:
Invidiosa della bellezza di Psiche, Venere ordina al figlio Cupido, il dio dell'amore, di farla innamorare dell'ultimo degli uomini; ma, quando vede la fanciulla, il dio se ne invaghisce e, disobbedendo alla madre, la sposa.
Pone però una condizione: lei vivrà chiusa in un palazzo pieno di delizie e non dovrà mai vederlo in volto né conoscere il suo nome. Convinta di aver sposato un mostro e istigata dalle due malvage sorelle, una notte la fanciulla non resiste alla curiosità…

Centro narrativo dell'opera più famosa di Apuleio, Metamorfosi o L'asino d'oro, la favola di Amore e Psiche è un testo ricchissimo di significati, oggetto di molteplici interpretazioni allegoriche, e un prezioso gioiello letterario che ha ispirato artisti di ogni epoca.


LA MIA OPINIONE:

Storia per eccellenza di un amore tanto dannato quanto puro, La favola di Amore e Psiche è un testo che da secoli si erge a l'esplicazione del sentimento amoroso e sessuale nella pluralità della sue sfaccettature.


Lontano dall'immagine di fanciullo paffuto e dispettoso che ha spopolato nell'iconografia nel corso dei secoli, Apuleio descrive Amore (o Cupido) come una divinità maliziosa e perversa, uno spirito quasi diabolico che semina lussuria tossica e impulsi dissoluti tra gli umani. Queste sue caratteristiche lo rendono l'aiutante perfetto per la madre Venere, che si sente minacciata dal fascino della bella Psiche.
Pur trovandosi di fronte personaggi di tale calibro e fama, nonché a una trama già parte dei bagaglio culturale di gran parte dei lettori, il testo di Apuleio riserva al lettore forti emozioni e inattese rilevazioni. Dall'antichità sino ai giorni nostri, questa storia permette di delineare nero su bianco elementi intrinsechi alla società e alla natura stessa del genere umano: cambiano sistemi politici, tecnologie e organizzazione, ma l'indole delle persone resta la medesima. Il filosofo e scrittore latino incastona nella narrazione del mito una realtà atemporale riconoscibile dagli attori di ogni età ed epoca, andando a creare un vademecum per navigare le difficili acque della passione.

Non a caso durante la lettura è possibile incontrare numerosi elementi che sono diventati cliché e luoghi comuni nella letteratura e nell'arte in generale. Da Boccaccio ai pittori manieristi del 1500, John Milton e William Blake, fino a trovare inequivocabili tracce in fiabe di  Charles Perrault e i fratelli Grimm come La bella e la bestia, Cenerentola e Tremotino.
Addirittura C.S. Lewis, padre di Narnia, nel 1956 scrisse A viso scoperto, retelling di Amore e Psiche narrato  dal punto di vista di una sorella della protagonista.

Nonostante la classificazione a "classico", spesso sventatamente utilizzata come sinonimo di "difficile",  La favola di Amore e Psiche è un testo di facile e piacevole comprensione, che permette al lettore comune di approcciarsi a un volume dell'autorevolezza delle Metamorfosi di Apuleio. Una storia triste e romantica, commovente ma al tempo stesso carica di passione e colpi di scena: un mito imprescindibile da recuperare nel corso della vita!

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Conoscete il mito di Amore e Psiche? Fatemi sapere!

A presto,
Silvia


1 commento:

  1. Ciao, che bello trovare un nuovo post! La Favola Di Amore E Psiche mi attira da tantissimo tempo ma non l'ho ancora letta perché un pochino mi intimoriva. Sono felicissima di sapere che invece è una lettura fattibilissima e ancora attuale ❤️

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